L’inizio della storia dei Led Zeppelin coincide con la fine di quella di altri leggendari del rock britannico, gli Yardbirds.
Gli Yardbirds sono stati uno dei gruppi più influenti della scena beat anni ’60, il quale, tra l’altro, ha visto emergere fra le proprie file chitarristi che in seguito sarebbero diventati fra i migliori del panorama rock, quali Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page. Proprio quest’ultimo, nel 1968, quando la band ha imboccato la via dello scioglimento, ha preso in mano la situazione e l’ha riorganizzata chiamando gente nuova, per onorare l’impegno di un tour in terra scandinava. I nuovi arrivati erano il cantante Robert Plant, il batterista John Bonham ed il bassista-tastierista John Paul Jones.
Partiti con il nome di New Yardbirds, i quattro hanno da subito trovato l’affiatamento giusto e, una volta tornati nel Regno Unito, hanno pensato bene di proseguire fuori dell’orbita del vecchio gruppo. Cambiando la sigla in Led Zeppelin, da un’idea di Keith Moon, il batterista degli Who, il dirigibile è decollato verso una delle più grandi avventure rock di tutti i tempi.
Il battesimo del fuoco è arrivato nell’autunno del 1968, presso il Marquee di Londra, un concerto che ha procurato loro un immediato contratto con la Atlantic.
Nel 1969, dopo avere passato solo 30 ore in studio di registrazione, è uscito il primo album, chiamato semplicemente Led Zeppelin, dove il gruppo ha indicato la rotta che avrebbe intrapreso, miscelando rock, blues e anche un poco di psichedelica.
Oltre alla rivisitazione di classici blues quali You Shock Me e I Can’t Quite You Baby, sono da menzionare Communication Breakdown, i 6 minuti di Dazed and Confusion, nella quale Page esegue un assolo con l’archetto del violino, Good Times Bad Times e, soprattutto, la mia preferita, Baby I’m Gonna Leave You.
Ottenuto un immediato successo, consolidato da numerosi concerti, alla fine dello stesso anno i quattro hanno lanciato sul mercato Led Zeppelin II.
Con questo album il gruppo si è lasciato alle spalle molto del blues del precedente, ma ha contribuisce alla nascita dell’Hard Rock. Il pubblico ha gradito e il disco è stato un grosso successo commerciale, grazie a classici quali Whole Lotta Love, Moby Dick, con il suo lungo assolo di batteria, Heartbreaker e Ramble On, ma anche la tranquilla Thank You e la più coriacea Livin’ Lovin’ Mad.
Con Led Zeppelin III, edito nel 1970, anziché proseguire sulla strada intrapresa sino ad allora, il gruppo ha effettuato una svolta coraggiosa, sperimentando soluzioni più originali, con ampio uso di chitarre acustiche e introducendosi nel mondo del folk britannico.
La delicata ballad Tangerine, la dura Immigrant Song e lo struggente blues di Since I’ve Been Lovin’You, sono le migliori canzoni di questo lavoro.
Sempre nel 1970, i Led Zeppelin hanno detronizzato i Beatles diventando il miglior gruppo rock internazionale.
Il primo album del decennio è quello che è unanimemente riconosciuto come il migliore della band inglese. Led Zeppelin IV è uno di quei dischi che non dovrebbero mancare nelle case di chi ama il rock e la musica in generale. In realtà in nessun posto si legge Led Zeppelin IV, ne sulla copertina e neppure all’interno, ma è stato chiamato IV solo perchè successivo ai primi tre.
Pensando a questo album viene subito alla mente Stairway To Heaven, brano leggendario fra i più belli di tutto l’ambito rock, ma esso, naturalmente, non si ferma qui. Le aggressive Black Dog, e Rock And Roll, la splendida The Battle of Evermore, con tanto di mandolino e l’aggiunta della voce di Sandy Denny, singer del gruppo folk Fairport Convention, Going to California e l’immancabile blues When the Levee Breaks, più che canzoni, direi, sono veri e propri pezzi di storia della musica.
A quel punto i “Led Zep” hanno intrapreso un lungo tour che ha toccato Giappone, Australia e Europa. Solo il governo cinese non ha concesso loro il visto d’ingresso a causa dei capelli troppo lunghi.
Nel 1973 è uscito Houses Of The Holy. Lavoro che ha riscontrato pareri discordanti fra i fans, ma anche da parte della critica, presenta la solita miscela di canzoni hard e ballate semiacustiche. L’opening track The Song Remains the Same, la nostalgica The Rain Song, Dancing Days e, soprattutto, No Quartes, sono altre pietre miliari che si aggiungono alle precedenti.
L’anno dopo è nata l’etichetta personale del gruppo, la Swansong.
Nel 1975 è stata la volta del doppio Physical Graffiti, un’altra colonna portante del rock. Fra tutte le canzoni, naturalmente, svetta Kashmir, considerata assieme a Stairway To Heaven la Canzone (con la C maiuscola) dei Led Zeppelin.
Da citare anche i 10 minuti di In My Time Of Dying, Down By The Seaside, il blues di The Rover e la ruvida Custard Pie.
Purtroppo, dopo la pubblicazione di Physical Graffiti, Robert Plant è rimasto gravemente ferito in un incidente automobilistico in Grecia, e il gruppo è stato costretto ha tenersi a lungo lontano dai palcoscenici. Nel frattempo però, sono state gettate le basi per il settimo lavoro da studio.
Presence ha visto la luce nel 1976. Nonostante le ottime vendite (è stato il primo LP del gruppo ad essere certificato di Platino) la critica lo ha giudicato inferiore al mastodontico predecessore. Lavoro cupo, Precence rispecchia il momento poco felice di alcuni membri della band, dalla convalescenza di Plant, all’entrata di Page nel tunnel dell’eroina. Cupo, certo, ma non brutto. Si tratta di un album compatto, maturo, dove i punti di forza sono la ballata blues Tea For One, Achilles Last Stand, capolavoro di oltre 10 minuti e Nobody’s Fault But Mine.
In quel periodo la peculiarità della band inglese era quella di auto-regolamentare le esibizioni live. Nonostante la minore presenza in pubblico, però, i Led Zeppelin rimanevano sempre più popolari rispetto ad altri gruppi.
È di allora anche il progetto di un film auto-biografico sulla loro vita artistica, con spezzoni live registrati al Madison Square Garden di New York nel 1973. La pellicola, diventata una delle opere rock più note, al pari di Woodstock, è stata in seguito proposta anche come doppio LP, con il medesimo titolo di The Song Remains The Same.
L’anno seguente, i rapporti fra il gruppo inglese ed il pubblico americano è stato rovinato da uno spiacevole episodio, che ha visto John Bonham, il manager Peter Grant e alcune guardie del corpo percuotere il servizio d’ordine di Bill Graham. La stampa ci è andata a nozze e, per colpa anche di qualche episodio precedente, ha provocato una cattiva reputazione ai Led Zeppelin.
Oltre a questo, altri momenti brutti hanno minato il gruppo dall’interno. La frattura di un polso da parte di Bonham, i litigi su questioni artistiche fra Page e Plant e, soprattutto, la morte del figlio di quest’ultimo per infezione gastrica, a 5 anni d’età.
Dopo una lunga pausa, durante la quale il cantante aveva preso in seria considerazione il ritiro dalle scene, nel 1979 è stato pubblicato In Through The Out Door, un disco forse non all’altezza dei precedenti, anche se ha raggiunto il top delle classifiche britanniche e americane, nel quale, a mio parere, svettano il brano iniziale In The Evening e la ballata All My Love, struggente dedica di Plant al figlio.
Nell’agosto del 1979 la band ha partecipato al festival di Knebworth, in Inghilterra, suonando davanti a quattrocentomila persone. È stata quella l’ultima esibizione live di un certo livello dei Led Zeppelin.
Il 25 settembre 1980 John Bonham è morto soffocato dal proprio vomito. Il 4 dicembre, con un comunicato stampa, i Led Zeppelin hanno dichiarato di voler scrivere la parola fine sulla loro gloriosa avventura. Dopo un viaggio durato 12 anni, il dirigibile è così atterrato.
Nel 1982 è arrivato nei negozi l’album postumo Coda, contenente brani che avrebbero dovuto fare parte di un nuovo LP e vecchio materiale inedito. In esso spicca il toccante, se ascoltato col senno di poi, assolo di batteria del compianto John, intitolato Bonzo’s Montreaux.
3 anni più tardi, i membri superstiti si sono esibiti al Live Aid, aiutati alla batteria da Tony Thompson e da nientemeno che dall’ex Genesis Phil Collins.
Nel 1988, invece, è stato Jason Bonham, figlio di John, a sedersi dietro le pelli in occasione del concerto per il 40° anniversario della Atlantic.
Insomma, fra partecipazione ad eventi, annunci e smentite di reunion e pubblicazioni di raccolte (fra tutte Remasters e Mothership) siamo arrivati ai giorni nostri. Chissà che prima o poi il dirigibile non torni a spiccare il volo.
manca un pezzo di storia: a dicembre del 2007 gli Zeppelin sono tornati insieme per un unico concerto all’arena O2 di Londra, con Jason Bonham alla batteria, unico evento dalla morte di Bonzo nel quale abbiano accettato di chiamarsi ancora Led Zeppelin… Si parlava anche di un nuovo tour mondiale, ma non se n’è fatto nulla, mentre siamo in attesa del dvd del concerto di Londra.
Un piccolo appunto personale: Led Zeppelin IV non è assolutamente il più bel disco della band, anche se contiene Stairway to heaven. Non è infatti minimamente paragonabile a Led Zeppelin I e II! Cmq non c’è dubbio: sono la più grande rock band della storia!
I LED ZEPPELIN,RICORDATEVI BENE,SONO LA BAND PIù SOVRAVVALUTATA DEL ROCK,NON LA MIGLIORE.I DEEP PURPLE SONO INDISCUTIBILMENTE I MIGLIORI.POI VI INVITO AD ASCOLTARE GRUPPI MENO NOTI COME I GENTLE GIANT E TANTI ALTRI MOLTO PIù BRAVI DEI LED ZEP
emilio nn capisci un cazzo..
emilio, ti ha gia risposto con chiarezza GIO, ma lo ribadisco, non capisci un cazzo. Rispetta i signori del rock e soprattutto del Hard Rock.
Ma come fate?
Sembrate due madri sopravvissute ai propri figli che cercano paragone tra i loro dolori.
Bravi meno bravi… più o meno grandi…
I Led Zep sono una parte fondamentale della stria della musica. E la musica è un universo grandissimo… fatto di grandi gruppi e formazioni meno conosciute. Musicisti conosciuti in tutto il mondo e musicisti bravissimi conosciuti solo da pochi.
Non c’è molto altro. Stiamo parlando di musica. Ad ognuno il piacere di ascoltarla e goderne.
Chi sono io (e voi) per giudicare l’operato di persone che alla musica hanno speso la vita?
E con questo vi saluto.
Fuck
Emilio non hai gusto musicale e non conosci la storia.
La differenza sta nell’aura di mito che aleggia intorno ad un complesso. Primo: all’epoca, parliamo del ’70 non c’era paragone fra Led Zeppelin e Deep Purple. I Led hanno dominato incontrastati superando in fama persino (per un periodo considerevole) Beatles e Rolling Stones. Secondo i Led erano macchine da sesso; terzo hanno prodotto musica migliore e ben più influente negli anni seguenti. Per finire, ma potrei dire molto altro, gli stessi deep purple hanno iniziato a suonare rock duro dopo aver ascoltato i primi album dei Led, sebbene i deep fossero nati prima dei led. Conclusione Led Zeppelin = dei del rock, Deep Purple = grande gruppo rock
W anche il rock progressive in toto
jimmi page e i led non sono paragonabili a nessuno, in quanto se ascoltate bene, page e compagni hanno un suono unico perchè accordavano gli strumenti, sempre in tono minore sulla scala della musica
approposito sono mauro w i led
Per me il più grande gruppo rock della storia, sono stati i Pink Floyd. Detto ciò, dire che i Led Zeppelin sono stato i più grandi, non è certo una bestemmia. Sicuramente grandi i Deep Purple, ma non certamente ai livelli dei Led.
Non capisco come ancora si continui a fare classifiche tra gruppi che differiscono come tra il giorno e la notte,sebbene facessero 1 musica abbastanza simile.I Led Zeppelin non sono la più grande band della storia del rock…è 1 tra le più grandi!! se proprio dobbiamo essere pignoli credo che allora nessuno possa battere i Beatles,sia in fatto di popolarità che di importanza musicale.Piuttosto condivido con Andrea…godetevi la musica…Led Zeppelin,Deep Purple,Pink Floyd e altri tipo Queen o Genesis sono tutti gruppi fondamentali e tutti allo stesso livello d’importanza…x il resto sono solo seghe mentali!!!
Led Zeppelin hanno avuto dalla loro solo i media, i Deep Purple, sono 1000000 di volte migliori. A chi volesse rispondere, dico di ascoltare i Rainbow di ON STAGE dal vivo 1978, e il doppio dal vivo dei Whitesnake 1980.
I Led Zeppelin, sono stati dopo lo scioglimento letteralmente ridicoli. Quando ascoltate i Deep Purple di Made in Japan, ascoltate i sottofondi di Jon Lord, o all’incontrario di Blackmore, sono musica nella musica, esempio child in time. Inoltre per chi non lo sapesse, Made in Japan è costato 3000 sterline, registrato con un 8 piste, quello dei Led Zeppelin, tutta una lunga preparazione. Poi ci sono le coincidenze, dopo il 1976, Page, non è in grado di suonare stairway to heaven, non è in grado di suonare la chitarra, l’ultima apparizione a Pechino è stata allucinante. Infine i Deep Purple hanno avuto dei vocalist eccezionali, con stili diversi Gillan, Coverdale, Hughes. Ma anche i Black Sabbath, di Ronny James Dio e Lommy, sonop stati superiori ai Led Zeppelin. Se si tolgono 5 canzoni, sono una band normale
Quanti inutili sfoghi qualche troll deficiente e molto molto pressapochismo : il Led e i Deep sono rispettivamente stati unici nel loro genere ed altrettanto creativi ognuno secondol le rispettive qualita’ e attitudini , ma ogni gioco musicale ha un suo tempo oltre il quale e per ovii motivi il presente cessa di esistere e subentra il mito la storia il ricordo , i musicisti invecchiano le energie e gli entusiasmi affievoliscono il genere hard rock e’ come un grande fuoco di paglia forte potente luminoso ma si esaurisce lasciando il posto ad una routinaria ripetizione una sorta di pallida imitazione di se stessa , questo e’ quello che e’ accaduto praticamente a tutti i gruppi di rock sul finire degli anni 70
Questa diatriba Deep Purple vs Led Zeppelin è vecchia quasi quanto quella Beatles vs Stones… ogni gruppo aveva i suoi punti forza, i suoi pregi e anche i suoi difetti.
I Deep Purple ad esempio, tecnicamente erano fenomenali e dal vivo, nel periodo 1970-1974, sono stati assolutamente eccezionali e la cosa è testimoniata non solo da Made In Japan, ma anche da altri live come Live in London 1974 o Live in Stockholm 1970.
Però in studio l’unico vero capolavoro dei Deep Purple è In Rock. Poi ci sono dischi molto buoni ai quali però manca qualcosa in termini di sound, produzione.
Machine Head ad esempio avrebbe potuto essere veramente un gran disco se non fosse stato per quella produzione pulitina, laccata con la quale sono stati trattati i pezzi.
I Led Zeppelin erano meno bravi tecnicamente (comunque non erano di certo scarsi)e dal vivo non sempre rendevano al 100%. Però in studio hanno lavorato decisamente meglio dei Deep Purple, produzioni migliori, una cura del suono più meticolosa e soprattutto Jimmy Page aveva una visione d’insieme che è sempre mancata ai Purple.
Riepilogando, risolverei la diatriba in maniera semplice:
Dal vivo meglio i Deep Purple, in studio meglio i Led Zeppelin.
Led Zeppelin unici