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ASIA, il supergruppo per eccellenza

di Roberto Sonego 23 febbraio 2011
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C’è stato un periodo nella storia della musica in cui alcuni grandi musicisti si sono separati dal loro gruppo d’origine per formare assieme ad altri grandi star i cosiddetti supergruppi. Alcuni supergruppi sono durati poco, alcuni non hanno nemmeno lasciato il segno. Gli Asia nulla di tutto questo.

Per capire l’importanza degli Asia basti pensare che si sono formatI con l’unione degli elementi delle più importanti band progressive degli anni 70: gli Yes e gli Emerson, Lake and Palmere con, alla voce, John Wetton ex bassista dei King Crimson. Non male, eh??? Ufficialmente gli Asia sono nati nel 1981 con questa line-up: John Wetton (King Crimson, voce), Steve Howe (Yes, chitarra), Geoff Downes (Yes e Buggles) e Carl Palmer (Emerson, Lake and Palmer).

Non serve dire che l’album d’esordio, l’omonimo del 1982 ebbe subito un successo strepitoso raggiungendo in men che non si dica la cima della classifica negli Usa. La loro musica era un rock abbastanza tradizionale  ed orecchiabile ma con un predominante uso delle tastiere e la voce di John Wetton che dava alla loro musica un’energia che, personalmente, non ho mai più trovato in nessun gruppo.

Da brividi!

Una particolarità degli Asia erano anche le copertine, assolutamente futuristiche per il periodo, che dipingevano un possibile mondo e panorami di un futuro molto fantasy. Queste erano curate interamente dal genio della grafica Roger Dean, che ha lavorato anche con gli Yes, e a cui si è ispirato il regista David Cameron per la realizzazione di alcuni paesaggi in Avatar (v. rocce sospese per aria, ecc.).

  

Fu da subito evidente che replicare la qualità e, soprattutto, il successo del primo capolavoro sarebbe stata un’impresa. E difatti non accadde sebbene Alpha, pubblicato l’anno successivo, ebbe comunque un gran successo grazia anche alla adrenalinica Don’t Cry che scalò le vette nelle chart di mezzo mondo.

Dopo l’apice raggiunto, appunto, con la pubblicazione dei primi due cd la carriera degli Asia inevitabilmente ebbe un brusco rallentamento anche in conseguenza del totale insuccesso del terzo Astra con Mendy Meyer alla chitarra la quale, però, non impedì un flop tale che la Geffen Records fu costretta ad annullare il tour.

Se si dovesse parlare di emozioni che gli Asia hanno lasciato in chi vi scrive, beh, hanno raccolto davvero troppo poco rispetto a ciò che hanno seminato e, quindi, hanno ottenuto un successo realmente ridotto rispetto alla qualità della musica espressa in ogni loro lavoro.

Un tentativo di recuperare i fasti degli Asia si tentò con la pubblicazione di Then and Now, raccolta molto varia di tutti i pezzi di repertorio più alcuni dei King Crimson.

Acqua nel 1992 vide vari avvicendamenti nella line-up del gruppo tra i quali la partenza di Wetton per dedicarsi a progetti solisti. Vivacchiando sui successi degli inizi gli Asia pubblicarono successivamente Aria nel 94′ e Arena nel 96′ sempre contraddistinti da una qualità musicale nettamente superiore alla media ma non alla media alla quale il gruppo aveva ben abituato i fans.

Gli stessi Asia si stavano progressivamente rendendo conto che la vena ispiratrice dei primi successi si stava decisamente esaurendo. Un esempio fu l’uscita nel 2001 di Aura definito anche dagli stessi membri del gruppo un insuccesso.

Anche se ebbe un discreto successo Silent Nation del 2004 era davvero la presa di coscienza di essere quasi arrivati realmente al capolinea. Gli Asia, tra l’altro, si esibivano in locali sempre più angusti e con sempre minor cornice di pubblico.

In onore del 25° anniversario della fondazione del gruppo i membri originari compresi Wetton e Palmer si convinsero a ritornare tutti assieme a Howe e Downes per intraprendere un trionfale tour in tutto il mondo (Europa, Giappone, Usa, ecc.) che convinse gli Asia a prolungare aggiungendo altre date in Europa.

Una gran notizia per quelli che, come me, hanno sempre amato le sonorità degli Asia sono stati i due album successivi: Phoenix del 2008 e, soprattutto, Omega del 2010 con un balzo in avanti qualitativo e come impatto nei confronti di un primo ascolto.

Questi due album fanno ben sperare in un ritorno in grande stile di uno dei più grandi supergruppi mai nati.

Il sito ufficiale della reunion degli Asia

Il sito ufficiale di John Wetton

Il sito ufficiale di Geoff Downes

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4 risposte a “ASIA, il supergruppo per eccellenza”

  1. Sabrina ha detto:

    Cosa devo dire? Che questa volta mi hai fatto sognare!
    Riascoltare Don’t cry e Sole survivor… beh è stato un bel tuffo. Allora, ricordo, che mi piaceva il solista. Grazie per aver scritto sugli Asia come sempre con competenza. A quando Bon Jovi?

    • Roberto Sonego ha detto:

      Beh, vedi, gli Asia sono uno di quei gruppi dei quali ascolti le canzoni più e più volte e ad ogni ascolto ti suscitano emozioni differenti comunque forti. Bon Jovi non so quando ma lo farò; in ogni caso segui musicparade e i miei articoli che le sorprese vere debbono ancora arrivare…

  2. Melania ha detto:

    Mi piace ascoltare queste sonorità anni ottanta. Complimenti per gli articoli che scrivi, soprattutto questo degli Asia e quello sui mitici Dire Straits.

  3. Roberto Sonego ha detto:

    Grazie mille Melania anche se, come leggerai dalla firma, quello sui Dire Straits non lo ho scritto io ma l’altro Roberto. Sai una cosa Melania? A me dispiace così tanto che gruppi come gli Asia siano un pò caduti nel dimenticatoio collettivo perchè la qualità musicale era veramente di una spanna superiore. In ogni caso abbiamo parecchia roba loro da ascoltare. Ci terranno compagnia per sempre…