Quando si parla di heavy metal “made in Deutschland” il primo nome che salta alla mente è, naturalmente, quello degli Scorpions. Subito dopo però, ad affermarsi come gruppo più importante del genere a livello internazionale, sono stati gli Accept.
All’apice della fama, il sound aggressivo di questo quintetto ha praticamente anticipato l’estremismo sonoro del thrash, pur mantenendosi ben saldo all’interno del classico HM per quanto riguarda tecnica strumentale e orecchiabilità dei brani.
La band trae origine nel lontano 1977, nella città di Solingen, per opera del cantante Udo Dirkschneider, i chitarristi Wolf Hoffmann e Gerhard Wahl, Peter Baltes al basso e il drummer Frank Friedrich.
Nel 1979, dopo che Jörg Fischer ha sostituito il dimissionario Wahl alla chitarra, il gruppo ha pubblicato per il mercato tedesco il primo album, intitolato semplicemente Accept.
Il lavoro, acerbo e poco originale, risentiva parecchio del sound dei “cugini” Scorpions, ma è comunque servito per porre sotto i riflettori le buone capacità dei cinque ragazzi.
All’inizio del 1980, con Stefan Kauffmann al posto di Friedrich, è stato dato alle stampe I’m a Rebel, decisamente migliore rispetto al precedente, ma con uno stile ancora lontano da quello che sarebbero stati gli Accept del futuro.
La title track, scritta dal fratello di Angus e Malcom Young degli ACDC, è il brano di punta, ma molto belle sono anche Thunder and Lightning e Save Us.
La scalata al successo è iniziata con il terzo album, Breaker, datato 1981 e ancora realizzato solo per il mercato teutonico. La potente onda d’urto del suono, caratterizzato da riffs implacabili e ritmi accelerati, sostenuti dalla voce stridula di Udo, che ricorda vagamente quella di Brian Johnson degli ACDC, era piuttosto estremo per il periodo e ha portato una discreta fama al gruppo.
Le canzoni migliori, a mio parere, sono Breaker, Sonf Of A Bitch e Burning.
Lo stesso anno la band è partita in tournèe per l’Europa con i loro maestri Judas Priest, riscuotendo ovunque ottimi consensi.
Nel 1984, pur perdendo Fischer, gli Accept hanno raggiunto il loro apice qualitativo con Restless and Wild, LP che contiene le belle Fast As A Shark, Princess of the Dwan e Shake Your Heads.
Quello seguente è stato un anno ricco di novità. Innanzitutto, con la firma per l’etichetta inglese Portrait, il gruppo ha ottenuto il primo contratto al di fuori della Germania. Quindi, un nuovo produttore nella figura di Dieter Dierks, già con gli Scorpions, un nuovo chitarrista, Herman Frank, al posto del dimissionario Fischer, e la pubblicazione del quinto lavoro da studio, Balls To The Wall.
Il disco si presenta più lirico rispetto ai predecessori, e anche i testi si evolvono, ponendo in risalto problematiche d’impegno sociale e politico.
Con esso è arrivata la definitiva consacrazione internazionale, grazie a canzoni quali London Leathrboys, Love Child, la stessa Balls To The Walls, Turn Me On, Winter Dreams.
Le conseguenze sono state il primo tour da headliners in Inghilterra e numerose date negli Stati Uniti come spalla a Kiss e Ozzy Osbourne.
Dopo il ritorno di Fisher, nel 1985 gli Accept hanno pubblicato il bellissimo Metal Heart, nel quale compaiono maggiori aperture melodiche.
Il brano omonimo, il cui intro è la Marcia Slava di Tchaikovsky e l’assolo di chitarra contiene Per Elisa di Beethoven, Midnight Mover, Up To the Limit, sono una più bella dell’altra, anche se la mia preferita resta Screaming For The Love Bite.
Lo stesso anno è stato pubblicato anche il primo live, Kaizoku-Ban, registrato in Giappone.
Il 1986 è la volta di Russian Roulette, un altro grosso successo commerciale, sorretto da brani come TV War, Monster Man, Another Second To Be e la title track.
A quel punto però, il gruppo è stato costretto ad una prolungata sosta a causa della defezione del singer Udo, che si è messo in proprio costituendo un gruppo chiamato U.D.O.
Nel 1989, l’arrivo di un nuovo cantante, l’americano David Reece, ha portato gli Accept al ritorno discografico con Eat The Heat, un lavoro che non ha soddisfatto pienamente le aspettative dei vecchi fans.
Poco prima di entrare in studio poi, il gruppo ha visto ancora l’uscita, questa volta definitiva, del chitarrista Jörg Fischer. Le parti di chitarra sono state registrate tutte da Wolf Hoffmann, anche se nelle note di copertina compare pure il nome del nuovo Jim Stacey.
Durante il tour che ne è seguito anche il batterista Stefan Kauffmann ha dovuto dare forfait a causa di un infortunio alla schiena. Al suo posto è arrivato Ken Mary. A quel punto il gruppo, sempre più americano e meno teutonico, ha perso unità e stile. Ecco quindi la decisione di interrompere ancora una volta le attività per raccogliere le idee.
Tanto per non cadere nel dimenticatoio, nel 1990 è uscito nei negozi il doppio dal vivo Staying A Life, registrato cinque anni prima dalla formazione originale. In esso è da segnalare il buon “guitar solo” di Wolfmann.
Il ritorno di Udo e di Kauffmaan ha fatto si che gli Accept ritrovassero stabilità, così, nel 1993 sono entrati di nuovo in studio per registrare Objection Overruled, un buon album che presenta il classico, aggressivo, stile del gruppo.
Sull’onda del ritrovato successo, l’anno seguente, al termine di un grosso tour mondiale, è uscito Death Row, che, musicalmente parlando, non ha aggiunto niente di nuovo rispetto al precedente, ma la line up ha perso definitivamente Kauffmann, sostituito prima da Stefan Schwarzmann, quindi da niente meno che dall’ex Lynyrd Skynyrd Michael Cartellone.
Con il nuovo batterista, nel 1996 è stato registrato l’ultimo LP della band tedesca, intitolato Predator.
Nonostante le scarse vendite, il gruppo è partito per un lungo tour mondiale, che si è rivelato essere l’ultimo della loro storia. Una volta rientrati alla base, infatti, gli Accept si sono sciolti.