Per tutti gli anni ’80, e buona parte dei ’90, nell’etere radiofonico volavano in continuazione le note delle canzoni dei Dire Straits. Il loro rock sereno ed elegante era ovunque; nei cruscotti di tutte le automobili c’era almeno una cassetta di questo gruppo, pronta per essere inserita nell’autoradio quando si desiderava un po’ di relax. In perfetta controtendenza con la musica urlata di quel periodo, metal e punk su tutte, quella dei Dire Straits sapeva creare emozioni, parlando direttamente al cuore della gente, come se sussurrasse delle fiabe alla luce affusolata di una lampada. E chi erano i Dire Straits se non un’emanazione di Mark Knopfler? Era lui a comporre tutti i pezzi e il gruppo sembrava quasi una scusa per il dialogo tra la sua chitarra dalla timbrica inconfondibile e quella voce roca e tranquilla. Il suo volto imberbe da bravo ragazzo era ovunque e lui, personaggio schivo con la vocazione da antidivo, faceva di tutto per non farsi notare. Alla fine, questa band anomala è diventata un fenomeno commerciale di primo piano ed è entrata in punta di piedi, senza fare troppo rumore, nella leggenda della musica rock.
I fratelli Mark e David Knopfler, scozzesi di Glasgow, hanno creato i Dire Straits (più o meno Momento Difficile) nell’estate del 1977 a Depford, un sobborgo di Londra, sponda sud del Tamigi. In quel momento Mark, oltre a lavorare come critico musicale presso l’Yorkshire Evening Post, già si dilettava a suonare nei pub alcuni pezzi da lui composti. In quel fatidico 1977, quindi, i due fratelli si sono uniti al bassista Jonh Illsey e al batterista Pick Withers e hanno registrato un demo tape con alcuni di quei brani scritti da Mark. Uno di questi, Sultans Of Swing, è stato scelto dal DJ Charlie Gillett e proposto durante l’Honky Tonkin Show alla BBC. L’entusiastica risposta del pubblico ha convinto il produttore Muff Winwood a pubblicare l’omonimo album Dire Straits.
Uscito nel 1978, il disco contiene la versione definitiva di Sultans Of Swing, che è arrivata sino al quarto posto delle classifiche inglesi. Il brano, che termina con un famoso assolo di chitarra, parla di alcuni impiegati londinesi che improvvisano un gruppo Jazz e si dilettano a suonare nei locali, per il solo piacere di fare musica. Gli altri pezzi da novanta sono la trascinante opening track Down To Waterline, la suadente Six Blade Night, Setting me Up, con il suo andamento country, e Water Of Love.
La formula proposta dai Dire Straits era semplice, ma di grande effetto. Vibrazioni mai udite prima, raffinate e particolari hanno allora iniziato a dilagare dalle radio di tutto il pianeta. La saggezza del vecchio rock-blues di J.J. Cale, Albert King e il folk di Bob Dylan sono stati riciclati e rivalutati oltre le barriere imposte dai vari generi in voga in quel periodo, dal punk allo ska, dalla new wave all’hard rock. Nessuno, fino a quel momento, aveva mai suonato come i Dire Straits e il pubblico li ha accolti a braccia aperte.
Nel 1979, dopo che il leader ha conquistato il titolo di chitarrista dell’anno, è uscito il secondo lavoro Communique, il quale ha venduto tre milioni di copie in un baleno. Da un punto di vista stilistico non toglie e non aggiunge nulla al predecessore: ancora rock lineare, impreziosito da timbriche country, jazz e blues. La sbarazzina Lady Writer, la ruvida Where Do You Think You Are Going?, che presenta un ritmo in crescendo con le chitarre dei fratelli Knopfler a creare magici intrecci, Once Upon A Time In The West, Portobello West, la ballata News e la title track, sono le canzoni migliori.
L’anno seguente, durante la lavorazione di Making Movies, David Knopfler ha abbandonato polemicamente la band, sostituito in via provvisoria dal pianista della E Street Band Roy Bittan, con il quale nel sound del gruppo sono state introdotte le tastiere. Proprio per questo il disco presenta pezzi più orecchiabili rispetto ai precedenti e, finalmente, ha lanciato i Dire Straits nel gotha del panorama musicale mondiale. Ormai gli allievi del rock inglese datato sixties erano diventati a loro volta dei maestri indiscussi. Les Boys è una ballata folk dai toni acustici che dipinge la vita notturna di un locale gay di Monaco. Un rock più infuocato fa bella mostra di se in Solid Rock e anche in Expresso Love. Skateaway, invece, è il pezzo con più tastiere di tutto il repertorio della band sino a quel momento. I punti di forza, però sono la stupenda Tunnel Of Love, che inizia con The Carousel Waltz, dei compositori Rodgers e Hammerstein, e termina con un lungo assolo di chitarra, tra i più coinvolgenti della storia della musica, e la romantica Romeo And Juliet la quale, naturalmente, narra di un amore non corrisposto. Il brano, che si apre su un arpeggio di chitarra diventato famoso sopra il quale si dipana la voce quieta di Knopfler, presenta una melodia semplice e delicata durante le strofe, per poi trasferirsi su accordi più rock nelle sezioni del ritornello.
In seguito, per intraprendere il lungo tour che ne è seguito, sono arrivati il chitarrista Hal Lindes e il tastierista Alan Clark, mentre Bittan se n’è tornato alla corte di Bruce Springsteen.
All’inizio del 1982, subito dopo le sedute di Love Over Gold, se n’è andato anche Withers e il gruppo è rimasto ancora più saldamente nelle mani di Mark Knopfler, il quale è diventato pure l’unico produttore. Ormai i brani erano fatti su misura per la sua Stratocaster. Private Investigation, il più famoso, inizia con un suono cupo e profondo del sintetizzatore, il quale conduce a una lenta progressione del pianoforte che accompagna le note dolenti di una chitarra classica. In ogni strofa, che sono praticamente parlate, Knopfler esprime la delusione e l’amarezza di un amante tradito, paragonando la sua posizione a quella di un investigatore privato che scopre lo scandalo da alcuni indizi. A un certo punto la canzone propone un lento battito del basso, con stridenti accordi di chitarra elettrica. Alla fine, prima del graduale diminuendo, si sente pure il suono della marimba, strumento africano simile allo xilofono suonato da Mike Mainieri. La lunghissima Telegraph Road, descrive un viaggio sulla Route 24, nota anche col nome, appunto, di Telegraph Road. La canzone inizia con un tranquillo crescendo che dura quasi due minuti, il quale anticipa il tema principale. Dopo la prima strofa ritorna il main theme, seguito dalla seconda strofa. Quindi un delizioso assolo di chitarra, un breve ponte che rallenta il brano fino a una porzione di tastiera simile alla intro, seguita da un altro assolo di chitarra più lento. In seguito, gli ultimi due versi, con il tema principale nel mezzo. Lo stesso tema è suonato l’ultima volta seguito da una più veloce parte di chitarra solista, che dura circa cinque minuti e che porta alla dissolvenza.
Anche i restanti tre brani seguono la falsariga dei due appena citati: lunghi, sperimentali, belli. Love Over Gold è un tranquillo affresco che rivela tutte le caratteristiche del blues in un album relativamente progressivo, un capolavoro tinto di jazz, con il vibrafono suonato ancora da Mainieri che ha un posto di rilievo. Industrial Disease è un rock più vivace, che dà un’occhiata al declino dell’industria manifatturiera britannica nei primi anni ‘80, concentrandosi su scioperi, depressione e disfunzionalità.. A chiudere il disco gli 8 minuti di It’s Never Rains.
Nell’ottobre dello stesso anno è entrato in formazione il batterista Terry Williams, il quale è comparso nello spensierato singolo in stile rockabilly Twisting By The Pool, facente parte del mini album ExtendedancEPlay.
Dalle date del tour di Lover Over Gold, è stato tratto il live Alchemy, ottima antologia dei migliori successi del gruppo, registrato a Londra nel luglio del 1983.
Da quel momento, però, Knopfler ha dedicato la maggior parte del suo tempo ad altre produzioni, lontane dai Dire Straits, come la colonna sonora del film Local Hero, la session con Bob Dylan per Infidels e il contributo all’album solista del fratello David.
È questo il motivo per cui il seguente lavoro dei Dire Straits, Brothers In Arms, ci ha messo tre anni prima di vedere la luce. Nel frattempo nella line-up erano entrati Omar Hakim e il tastierista Guy Flethcer. Il disco è il più venduto del decennio nel Regno Unito ed è finito al primo posto nelle chart di 24 paesi. Esso si apre con la spensierata Walk Of Life, quindi prosegue con capolavori quali So Far Away, un semplice e vivace Rock’N’Roll la cui lunga introduzione di sintetizzatore dalla melodia immediatamente riconoscibile è diventata un’icona. Il brano più famoso, però, è Money For Nothing, dove presta la voce anche Sting. Esso inizia con un’ouverture molto estesa, che è stata accorciata per la versione radiofonica, quindi presenta un riff di chitarra divenuto tra i più conosciuti della musica rock. Questo riff continua per tutto il brano, suonato per intero nel corso del ritornello e leggermente variato, e con sordina, durante le strofe. Nel finale è ripresa anche la melodia di Don’t Stand So Close To Me dei Police. Le delicate melodie di Your Latest Trick, con il suo celebre riff di sassofono, di Ride Across The River e dell’introspettiva Brothers In Arms, completano un disco straordinario.
Una curiosità: Brothers In Arms è stato il primo album rock a essere stampato nel neonato formato del CD.
A luglio Mark e soci si sono ritrovati a Londra con altre band per il Live Aid, dove hanno suonato Money For Nothing insieme a Sting e Sultans Of Swing.
Il chitarrista, quindi, si è perso ancora in mille lavori, soprattutto colonne sonore e session con artisti quali Bob Dylan e Eric Clapton, che lo hanno tenuto occupato sino al 1991, quando è arrivato nei negozi On Every Streets. L’album, pur presentando l’inconfondibile sound del gruppo, anche se con gli assoli di chitarra leggermente più distorti, ha conseguito minore successo rispetto Brothers In Arms. La colpa, certo, non è dei brani, i quali si dipanano con la solita eleganza, ma è da ricercarsi nel periodo musicale che si stava vivendo, nettamente monopolizzato dal Grunge, che proprio quell’anno esplodeva a livello planetario.
Calling Elvis è un rock schietto, che parla di un fans di Presley il quale crede che il suo eroe sia ancora vivo. Anche Heavy Fuel regala un ritmo piuttosto sostenuto ed esalta i vizi cui l’uomo va incontro, tipo le sigarette, l’alcool, la violenza, la lussuria e gli hamburger. La stupenda On Every Streets è divisa in due parti, la prima è un suggestivo dialogo tra voce, chitarra, piano, pedal steel guitar e sassofono, mentre la seconda, caratterizzata da un deciso cambio di ritmo, è strumentale e vede la chitarra elettrica farla da padrona. Fade To Black è una morbida ballata jazz di alta qualità che riempie l’aria di note calde e affascinanti, che potrebbe benissimo fare parte del repertorio di Billie Holiday. Anche You And Your Friends è un lento di alta qualità. E poi ancora, Iron Hand, che racconta dello sciopero dei minatori del 1985 e la relativa carica della polizia a cavallo.
Il lungo tour mondiale è ben documentato sul secondo disco dal vivo, Live On The Night.
Nel 1995 è la volta di Live At The BBC, registrato con materiale dei primi tre dischi, e questo è l’ultimo lavoro emesso dai Dire Straits. Infatti, a quel punto Mark Knopfler ha annunciato senza troppo clamore lo scioglimento.
Il chitarrista-cantante ha proseguito da solo, su una strada fatta di alti e bassi (a me, personalmente, piace molto All The Roadrunning, disco country-blues in cui Mark duetta con Emmylou Harris), ma direi che la storia dei Dire Straits può terminare qui.
Un gruppo eccezionale i Dire Straits, che ha saputo creare uno stile particolare, costituito da un rock semplice ma di grande classe, che lo ha reso il fenomeno commerciale degli anni ’80. Loro da qualche tempo non ci sono più, ma c’è scomunque Mark Knopfler, che con la sua magica chitarra e la voce tranquilla continua a regalare forti emozioni.