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L’inarrivabile stile di DAVID SYLVIAN

di Roberto Sonego 22 settembre 2011
5.00 avg. rating (92% score) - 1 vote

Alcuni musicisti fanno musica per soldi.

Alcuni musicisti fanno musica per passatempo.

Alcuni musicisti fanno musica per diventare famosi.

Alcuni musicisti non fanno musica, fanno arte. O meglio, fanno una musica talmente perfetta, raffinata e al tempo stesso godibile che viene quasi spontaneo il parallelo musica/arte.

Debbo essere sincero, io sono per la musica commerciale, amo gli anni ’70 e mi piace rilassarmi ascoltando musica non impegnativa e che non richieda di scervellarsi per realizzare il senso di un brano o del passaggio di un brano. David Sylvian è un artista coraggioso e vi spiego perchè.

Sylvian ha una voce davvero strepitosa, pulita, calda. Verrebbe da pensare che, a parte l’heavy metal, potrebbe cantare qualunque cosa. E avrebbe potuto scegliere strade più comode tipo il pop di facile ascolto per raccogliere miriadi di fans e fare un sacco di soldi. Ma ha avuto il coraggio di scegliere ciò che piaceva a lui, ciò che gli veniva meglio fare e cioè una musica colta, per pochi, spesso lenta e con atmosfere eteree come se si fosse perennemente sospesi a mezzo metro da terra.

Britannico nato nella contea di Kent, David Sylvian (all’anagrafe David Batt) si fece immediatamente conoscere con la pop band dei Japan.

Già dalla musica dei Japan si intravvedeva quello che sarebbe stato l’impeccabile stile di Sylvian, un pop raffinato, una musica che fece in modo che i Japan furono lo spartiacque per la new wave britannica imponendosi come una delle più belle ed importanti band del genere.

Già da prima dello scioglimento dei Japan fu forte il legame artistico e non solo con l’immenso musicista giapponese Ryuichi Sakamoto con il quale compose uno dei brani che ha fatto parte della colonna sonora del film Furyo con David Bowie (appunto…).

Brilliant Trees del 1984 fu il suo esordio da solista con la collaborazione, manco a dirlo, di Sakamoto. La poliedricità fece sì che Sylvian fu molto attivo su vari fronti e non solo quello musicale ma anche dal punto di vista fotografico pubblicò degli album molto importanti come Perspective: Polaroids 82/84.

Alchemy – An Index Of Possibilities prima e Words With The Shaman mostrarono al mondo il Sylvian artista trattandosi, nel primo caso di disco interamente strumentale e nel secondo una suite strumentale tratta da uno spettacolo multimediale che lo ha come protagonista.

Un ritorno ai Japan come stile avvenne con Gone To Earth del 1984 che vide, tra l’altro la collaborazione di Robert Fripp dei King Crimson. Secrets of the Beehive fu la continuazione di questo periodo stilistico e il vero apice qualitativo della sua carriera.

Ma la banalità e la linearità, ovviamente, non fanno parte della cifra stilistica di Sylvian per cui vedranno la luce prima Plight and Premonition e in seguito  Flux and Mutability lavori molto riflessivi ed impegnativi sia per chi li ha fatti che per chi li ascolta in puro stile ambient con suoni anche a carattere etnico a farla da padroni sulla voce.

Rain, tree, crow (pioggia, albero, corvo) fu il nome scelto per la reunion dei Japan nel 1991, nome che diede il titolo anche all’album d’esordio di Sylvian con i vecchi amici.

Sempre tremendamente affascinante e con un coinvolgimento difficile da evitare!

Nonostante il fascino di questo lavoro l’importanza e il vero valore di Sylvian lo si continuerà a vedere nei dischi da solista che lo vedranno ancora, in seguito, collaborare con Fripp e sfornare dapprima First Day del 1993 e Damage dell’anno successivo, lavori pregevoli che fotografano benissimo il vivere frenetico della società moderna.

Da qui seguirà un periodo di sole collaborazioni per album di altri quali Sahara Blue di Hector Zazou, musicista algerino e L’Albero Pazzo di Andre Chimenti.

La vigilia del nuovo secolo porterà il successivo lavoro da solista datato 1999, appunto, con il titolo di Dead Bees on a Cake e un ritorno alle atmosfere del miglior David Sylvian con l’ultimo attuale Blemish lavoro dove l’artista si è concentrato “da solo” senza prestigiose collaborazioni.

Sinceramente la classe non ha bisogno di collaborazioni…

Il sito ufficiale di David Sylvian

Il sito italiano dedicato a David Sylvian

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