Marilyn Monroe + Charles Manson, ovvero l’angelo e il diavolo insieme. A dir la verità di angelico in Marilyn Manson ci trovo ben poco, ma tant’è…
L’androgino più famoso della musica mondiale non è altro che il risultato della ribellione di Mike Warner a un tentativo di istruzione religiosa rigidissima. Iscritto dai genitori alla Christian Heritage School in Ohio, venne costretto a preghiere collettive e a full immersion di letture della Bibbia; tutte cose che a lui, ovviamente, non fregavano per nulla.
Anzi, di nascosto già covava qualcosa ascoltando di soppiatto la “musica del diavolo” rappresentata da Black Sabbath, Alice Cooper e Kiss, ovviamente vietatissimi in certi ambienti. Non c’è molto da meravigliarsi, quindi, che il giovane Warner una volta raggiunta l’indipendenza abbia scelto di diventare addirittura il Reverendo del Male.
La prima formazione stabile dei Marilyn Manson fu: Daisy Berkovitz e John5 alle chitarre, Madonna Wayne Gacy alle tastiere, Sarah Lee Lucas (sostituita poi da Ginger Fish) alla batteria, Twiggy Ramirez e Gidget Gain al basso.
“Portrait of an american family” è il primo album uscito nel 1994 con la supervisione di Trent Reznor dei Nine Inch Nails, che li vide in concerto e ne rimase folgorato.
Non è per tutti gli stomaci Marilyn Manson. E’ estremamente disturbante sia dal punto di vista dell’ascolto che del look, ma forse è questo che gli ha regalato un seguito di milioni di appassionatissimi fan in tutto il mondo (sottoscritto compreso).
Anche i concerti non sono meno potenti. Le esibizioni live della band sono quanto di più estremo si possa pensare: bibbie bruciate, nudità e autolesionismo del frontman contribuiscono a creare uno spettacolo a dir poco shockante per il pubblico.
“Antichrist Superstar” rappresenta il passo successivo. Ebbe un grandissimo successo, tanto da diventare disco di platino, forse proprio per questa tendenza a valicare ogni schema, atteggiamento che rese Marylin Manson il nemico pubblico numero uno per politici e benpensanti.
Angelo o diavolo? Forse ciò che mi fa amare il personaggio di Marylin Manson e la sua musica è proprio l’incertezza.
“Mechanical Animals”, il terzo lavoro della band, segna anche un profondo rinnovamento del look. Dismessi i panni del reverendo, ecco che Marylin Manson si trasforma in un conturbante alieno androgino. L’album ha un enorme successo di pubblico e raggiunge anch’esso il disco di platino, ma per molti fan della prima ora ha un sapore troppo commerciale.
E’ il periodo anche della strage alla Columbine High School: molti puntarono il dito contro Marilyn Manson e la sua musica, per l’influenza negativa sui due giovani responsabili della carneficina. Il senatore Joseph Lieberman scriverà “i Marilyn Manson sono forse il gruppo musicale più insano prodotto da una major discografica“. Una gran bella pubblicità per il cantante e soddisfazione per i suoi adepti. Infatti, i numerosi tentativi di screditare i Marilyn Manson (annunciati linciaggi, opposizioni politiche e feroci critiche da parte delle associazioni dei genitori americani) non fecero altro che spingere sempre più ragazzi seguirli.
Il 1999 si apre con il live “The Last tour on Earth” e prosegue con l’album “Holy Wood”. La copertina, che vede raffigurato il cantante, crocifisso e in stato di decomposizione, riaccende nuovamente polemiche intorno alla figura di Marilyn Manson e i suoi messaggi controversi. Nasce in questo periodo anche la Posthuman, la casa discografica di proprietà dei MM che produrrà, tra gli altri, il disco dei Godhead.
Ma la musica non è l’unica passione del frontman dei MM: in questo periodo prende parte a vari film e cortometraggi, tra i quali “The Party Monster” e “Abelcain” di Alejandro Jodorowsky, nel ruolo del protagonista.
“The Golden Age of Grotesque”, del 2004, prende il titolo da un racconto del Marchese De Sade. Nello stesso tempo, i MM partecipano all’OzzFest, il festival itinerante di musica estrema, creato da Ozzy Osbourne.
Lo stesso anno, il pubblico accoglie “Lest we Forget”, il best of che comprende le celeberrime cover di “Personal Jesus”, dei Depeche Mode, di “Sweet Dreams”, degli Eurythmics, nonché “Tainted Love”, dei Soft Cell. Perché non bisogna dimenticare che oltre ai tanti ottimi pezzi originali, i MM hanno trasfigurato e riportato a nuova vita pezzi di altri artisti. Il risultato sono cover potentissime, tanto da mettere in ombra i brani d’origine.
“Eat me, Drink Me” è l’ultimo disco scandalo datato 2007. Ora non ci resta che aspettare “Born Villain”, che dovrebbe essere rilasciato questo autunno.
Visto il soggetto, mi permetto di salutarvi con un:
…e caleranno le tenebre sul principe del male fino alla nuova rinascita che porterà ancora nuovi sconvolgimenti nel pianeta di metallo…