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The Animals: l’anima bianca della musica nera – Parte I

di Roberto Vanazzi 7 febbraio 2013
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I favolosi Animals, probabilmente il più grande gruppo rhythm & blues bianco dei primi anni’60, di sicuro il più influente su tutta la seguente musica targata Inghilterra. Quello che ha dato il via alla cosiddetta British Invasion, quel fenomeno musicale, della seconda metà degli anni ’60, per cui alcuni artisti della Gran Bretagna sono diventati particolarmente conosciuti negli States, e che ha portato l’interesse per la musica nera anche al di qua dell’Atlantico.

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ESORDIO E PRIMI SUCCESSI

Nati a Newcastle con il nome di Alan Price R&B Combo, grazie al tastierista Alan Price, al chitarrista Hilton Valentine, al bassista Chas Chandler e al batterista John Steel, il gruppo ha iniziato le sue attività nel 1962, con l’ingresso in formazione di Eric Burdon, vocalist dotato di una timbrica di voce “nera”.

Cambiato il nome nel più graffiante The Animals, i ragazzi hanno iniziato a farsi notare per le loro indiavolate performance al Downbeat Club e al Club A Go Go. Grazie a un sound rude, genuinamente originale, basato sull’organo Hammmond di Price e sulla voce roca di Burton, condito con un look rozzo e deciso, la band ha ottenuto le attenzioni del produttore londinese Mickie Most e della Columbia Records.

Fonte primaria d’ispirazione del gruppo è stata la musica nera americana: Jimmy Reed, Chuck Berry e Bo Diddle su tutti. Il primo successo, però, è arrivato grazie a Baby Let Me Take You Home, versione rivista di Baby Let Me Follow Down, dal primo album di Bob Dylan.

Mickie Most, responsabile della scelta del repertorio, ha deciso in seguito anche il secondo singolo, contro il volere sia degli Animals sia della Columbia. Nonostante i dissapori, il brano è volato al primo posto delle classifiche inglesi e americane. Si tratta del pezzo folk tradizionale House Of The Rising Sun, che diventerà il più conosciuto del gruppo di Burdon.

Siamo nel 1964 e gli Animals sono volati oltreoceano per un tour negli States che li ha portati alle stelle. Proprio nel Paese a Stelle e Strisce il gruppo ha trovato terreno fertile e, sempre nel 1964 ha pubblicato il primo LP, intitolato semplicemente The Animals.

Nel disco sono praticamente presenti solo cover, caratterizzate da un ottimo blues e R&B. Vi sono le sopra citate House Of The Rising Sun e Baby Let Me Take You Home. Quindi, tra le altre, troviamo Around and Around di Chuck Berry, Talkin’ Bout You (Ray Charles), I’m Mad Again (John Lee Hooker) e I’Ve Been Around (Fats Domino).

Un mese più tardi il disco è stato rilasciato anche in Gran Bretagna, con una scaletta diversa. In questo caso sono da segnalare la splendida Story Of Bo Diddley, simpatico brano scritto da Burdon in cui è citata A Hard Days Night dei Beatles, e le due cover di John Lee Hooker Boom Boom e Dimples.

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L’anno seguente il gruppo ha realizzato alcuni 45 giri di successo: Don’t Let Me Be Misunderstood di Nina Simone, Bring It On Home To Me di Sam Cooke, ma anche We’ve Gotta Of This Place e It’s My Life.

Quindi, a marzo, ecco The Animals On Tour, che a dispetto del titolo non è un album dal vivo. Uscito solo in America, ritroviamo Boom Boom e Dimples, che erano apparse solo nel Regno Unito, quindi altre cover come I Believe To My Soul (Ray Charles) e Let The Good Times Roll (Leonard Lee). Il pezzo forte è comunque scritto dal tandem Burdon/Price: si tratta di I’m Crying, divenuto il secondo hit negli States dopo House Of The Rising Sun.

Lo stesso anno è stato pubblicato Animal Tracks. Come accaduto per il primo album, il disco è stato realizzato con una scaletta differente a seconda che ci si trovi di qua o di la dall’Atlantico. In Inghilterra è uscito a maggio e si ascoltano Halleluja I Love Her So (Ray Charles) e Mess Around (del turco Ahmet Ertegün). Nella versione targata USA invece, uscita qualche mese più tardi, è stata inserita The Story Of Bo Diddley, la stupenda We Gotta Get Out Of This Place (Barry Mann). Bring It Home To Me (Sam Cooke) e Don’t Let Me Be Misunderstood. For Miss Caulker, magnifico pezzo originale di Burton, è invece presente in entrambi i Long Playing.

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